Parte oggi la Barolo-Cormayeur, 560 km di corsa non stop

Dalle due ruote, il “Bikepacking” alla corsa a piedi, ovvero il “By Packing”. Una gara di 560 chilometri che da Barolo arriverà fino in Valle D’Aosta, a Cormayeur per la precisione, per un dislivello positivo totale di oltre 10 mila metri. L’idea è dell’atleta Nico Valsesia, ciclista e campione di endurance originario di Sauze d'Oulx che con il suo "From zero to" è partito dal Golfo di Genova e ha raggiunto la vetta del Monte Bianco in poco più di 16 ore e da Matteo Pellin, guida alpina di Courmayeur che una decina di anni fa ha pedalato da Pechino fino a casa sua alle pendici del Monte Bianco.

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I due hanno coinvolto in quello che sembra essere una gara unica nel suo genere in Europa, anche due nomi d’eccezione, ovvero Simone Leo atleta ultra che ha all'attivo 9 gare sopra i 200 km tutte concluse al primo tentativo, tra cui ricordiamo la Badwater nella Death Valley a 54°C, la Arrowhead nei ghiacci del Minnesota a - 35°C e la Spartathlon durissima competizione che si corre da Atene a Sparta. L’altro nome è ben noto al pubblico più per le sue performance artistiche e comiche che per la sua passione trail (anche se negli ultimi anni, grazie ai social, ha mostrato più di una dote in tal senso), ovvero Giovanni Storti, del trio “Aldo, Giovanni e Giacomo”

“Sono stato contattato da Nico, anche se la proposta è arrivata prima da Giovanni, che per me rappresentano uno la mente criminale, e l’altro colui che mi coinvolge sempre in queste cose particolari. E io ovviamente ci sono cascato!” ha detto a Trailrunworld Simone Leo.

Domanda - …e allora raccontaci un po’ di cosa si tratta…

Risposta – Una gara davvero particolare che, per come sono abituato io in genere, è una cosa unica. Anche se siamo in gruppo, sarà una gara in solitaria, dove conterà soprattutto la strategia che  ti imponi da solo, e l’ottima gestione delle pause e delle soste.

D – Hai già studiato bene il percorso? Cosa ne pensi?

R – Penso che sia una follia, ma a noi piacciono questo genere di cose (ride, n.d.r.)! Sarà strano perché bisognerà fare tutto da soli, essere in completa autonomia. Di solito nelle mie gare ultra, anche se si è in autonomia, puoi sempre organizzarti con il tuo tema. Ti seguono in macchina, ti passano da mangiare e da bere, magari anche mentre corri. Qui invece no, devi gestire tutto da solo. Il fatto di passare nei centri abitati aiuta, perchè se scegli bene la strategia, puoi fermarti per comprare un panino o un pezzo di pizza, dormire su una panchina o in uno spiazzo. Mi dicono che qualcuno stia cercando di organizzarsi per dormire in qualche stanza, ma io non sono così. Preferisco essere libero, magari faccio ore e ore senza fermarmi per poi fare “micro-sonni” di 5-10 minuti. L’ho già fatto ed è questa la strategia che penso di adottare.

D – Tu sei ambassador Osprey e, non a caso, l’azienda ti ha dotato di un prodotto nuovo, uno tra gli zaini tecnici piuÌ€ versatili mai realizzati da Osprey: il Talon 26. Di cosa si tratta?

R - Sarà come portarmi dietro un pezzo di casa. Lì dentro ci sarà tutto il necessario per restare sulle gambe per 7/8 giorni consecutivi. Ringrazio Laura e tutto il team di Osprey per questa bella opportunità che mi è stata concessa. Lo zaino che mi hanno dato è a dir poco fantastico. Una capienza spaventosa, con uno spazio per l’acqua di oltre 3 litri, che in casi come questi possono davvero fare la differenza. E poi un sacco di comparti laterali, che mi aiuteranno a mettere le cose utili e ad averle sempre a portata di mano. Devo dire che Giovanni, Nico e gli altri me lo invidiano già! 

Trailrunworld ha raccolto anche le dichiarazioni di Giovanni Storti, che di Simone ha un’ottima impressione. "Sicuramente Simone ce la può fare, ha la testa dura e una determinazione d'acciaio che ho potuto conoscere molto da vicino quando l'ho accompagnato nella Valle della Morte qualche anno fa, se si mette in testa una cosa, la ottiene sempre”

Tornando alla gara, l’ideatore Nico Valsesia mette l’accento proprio sulle caratteristiche di autonomia. “I concorrenti non avranno alcun tipo di aiuto esterno, se non nelle tre basi vita", afferma Valsesia, "nessuna assistenza, nessun ristoro, niente di niente. Solo un tracker gps per conoscere in qualsiasi momento la loro posizione e la richiesta di alcuni "selfie point" obbligatori che ci serviranno per certificare il passaggio corretto degli atleti in alcuni punti caratteristici del tracciato".

Partendo dalla cantina dei Marchesi di Barolo, il percorso sarà un susseguirsi di strade secondarie e veloci strade sterrate (no sentieri), che partendo dalle Langhe e il Monferrato, raggiunge le Alpi costeggiando idealmente il fiume Sesia, e, infine, entra in Valle d’Aosta per arrivare fino al cospetto del Monte Bianco, in Val Veny presso il Campeggio La Sorgente Monte Bianco.

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