Zegama Aiztkorri, l’avventura di Mario Poletti

“Ho cercato la forza pensando all’amore dei miei cari a casa e da un paese qui che mi ama, mi riconosce, mi ferma per strada per una foto e mi stima, nonostante siano passati 18 anni dalla mia vittoria.

Come una volta ho trovato tutto, anche il traguardo.”

A pochissime ore dall’arrivo, Mario Poletti descrive così sulla sua pagina Facebook, l’avventura ritrovata ad una delle gare più prestigiose al mondo lo Zegama Aizkorri, 42 km con un dislivello positivo di 2800 metri Emozioni ancora forti e presenti quando Trailrunworld lo raggiunge al telefono, la mattina seguente, quando Mario è in aeroporto in attesa di prendere il volo di ritorno per l’Italia.

Domanda - Allora Mario, raccontaci com’è andata questa volta….

Risposta - Mah, è partito più o meno tutto circa un mese fa quando mi è venuta in testa l’idea di partecipare ancora una volta a questa gara, ma più che altro per godere ancora un po’ di questa grande festa, con un  pubblico straordinario. Diciamo che il percorso lo conoscevo già, perché oltre ad avere corso tempo fa, sono tornato più volte accompagnando altri atleti che hanno corso con Scott. Però ecco, mi piaceva magari una volta rifarla di nuovo, preparandola anche solo con un mesetto di allenamento, proprio da poter fare semplicemente un giro e gustarmi un po' tutta la festa. E così è stato: per circa un mese ho fatto una ventina di allenamenti. Sono arrivato e mi ero fissato un obiettivo di 6 ore, invece la gara  l’ho chiusa in 5 ore e 22, anche molto meglio di quello che pensavo. Comunque è andato tutto bene. Emozionante davvero, non so se avete seguito la diretta che è stata trasmessa. C’è stato un momento dove il commentatore della diretta mi ha anche nominato, quando mi ha visto proprio in cima alla montagna, il punto più alto. mentre passavo ha fatto un commento con parole molto belle e apprezzate…

trailrunworld.com

D - Come si potrebbe spiegare In poche parole questa gara a chi non la conosce?

R - E’ una gara unica al mondo,e la particolarità è proprio il pubblico. Si stima un numero di circa 20-25 mila persone sull’intero percorso. E’ la particolarità numero 1 di questa gara. Se ci pensi, al percorso non ci arrivi con la macchina, quindi devi scendere e proseguire a piedi, manco fosse il Giro d'Italia! E’ che poi devi camminare 2-3 ore per posizionarsi lungo il percorso,e la gente è varia, non solo appassionati ma anche tantissimi bambini, cioè ci sono famiglie intere con bambini anche di 5, 6, 7 anni che camminano 3-4 ore, è davvero incredibile! E non è come da noi: io questa gara l’ho corsa svariate volte e quasi sempre sotto la pioggia, e praticamente la gente è sempre presente in massa! Da noi, c’è una bella differenza:  se c'è una bella giornata ci sono 100 spettatori, se c’è qualche nuvola ce ne sono dieci, se piove sono in tre, cronometrista compreso! Qui è diverso, è una cosa molto sentita.

D - Cosa rappresenta per te lo Zegama visto che, se non erro, sei stato tra i primi a vincerla….

R - Vero, l’anno della mia vittoria è stata la  terza edizione della gara, era inserita nel circuito delle Skyrunner World Series seguita da tutto il circuito di Coppa del Mondo, un traguardo che ho mancato per soli due punti, battuto da un atleta spagnolo. Per questo lo Zegama per me è tanta roba, e tanti ricordi. La cosa che mi ha più sorpreso che la gente qui si ricorda tanto di me… dopo la gara infatti sono stato sommerso dall’affetto e dai saluti, praticamente mi conosce l’intero paese, hanno tutti un bel ricordo, nel senso che sono stato il primo italiano, tant’è che mi dicevano “eccolo l’italiano è lui!” eravamo veramente in pochi a poterla raccontare all’epoca.

D - I titoli e le prime pagine quest’anno sono tutte per lui, Kilian Jornet , la prima vittoria dopo il grande cambiamento. Cosa ne pensi?

R -  Parliamo innanzitutto di una persona molto umile. Quello che mi ha spaventato vendolo sabato e poi alla partenza è stata la grande trasformazione, devo dire di non averlo mai vito così “tirato” e magro, ma sapevo al 100% che avrebbe fatto bene perché in 15 anni che lo conosco non l'ho mai visto sbagliare un obiettivo . Vorrei sottolineare invece non solo la prestazione di Davide Magnini, bravissimo, ma soprattutto quella di Nadir Maguet. Ha conquistato un ottavo posto, ma dovete sapere che per arrivare qui ha fatto davvero i salti mortali. Dopo aver perso ben due voli, si è messo in macchina percorrendo un numero assurdo di chilometri per arrivare verso le 6 di mattina. Avrà dormito si e no qualche ora e poi ha fatto la gara: incredibile davvero! E poi è venuto pure alla festa, un gran bel momento con atleti e persone da tutto il mondo 

D - C’ secondo te in Italia una gara che abbia uno “spirito” simile allo Zegama? 

R - Difficile dirlo….forse potrei dire che per somiglianza ci sarebbe la Premana, ma semplicemente per il fatto che per l’evento si mobilita un intero paese, dalla signora anziana fino al più giovane…tutti lavorano in simbiosi per l’evento, e anche il pubblico è ben presente.

D - E dopo questa avventura cosa riserva il futuro agonistico di Mario Poletti?

R - (Ride, n.d.r.)  No no no, non ho grandi obiettivi al momento, qui  mi sono proprio divertito e quindi partendo da questo presupposto, potrebbe essere che magari scelgo di tanto in tanto di preparare una gara del genere. Diciamo che non ho più la foga e la voglia di un tempo per preparare una gara in maniera meticolosa, ma mi piace farlo adesso con questo spirito, quindi allenarmi un po' ogni tanto per fare le cose così!



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