Gare Trail 2020: al via solo rispettando le norme del distanziamento sociale

Era attesa da tempo e molti annunci erano stati fatti per anticiparla. Il 24 giugno scorso è ufficialmente arrivata: la nota della Federazione Italiana Atletica Leggera (FIDAL) ha chiarito con un importante aggiornamento, quali regole seguire in caso di organizzazione di gare di trail nel 2020 in Italia.

I contenuti della nota (qui potete scaricare la versione integrale) non hanno sorpreso i più, e va sottolineato che alcuni organizzatori di gare di trail avevano già messo in conto tutta una serie di obblighi e precauzioni che oggi, anche a fronte della nota di FIDAL possono sembrare quasi scontate. D’altronde per capire qual era l’aria che tirava, bastava leggere il contenuto del DPCM 11 giugno 2020, che recita (art. 1 lett. e):

“(…omissis…) gli eventi e le competizioni sportive - riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dal Comitato Italiano Paralimpico (Cip) e dalle rispettive federazioni, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali - sono consentiti a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico”.

La nota di aggiornamento della FIDAL

“FIDAL ne prende atto- si legge nella nota diramata il 24 giugno scorso e – in funzione sperimentale – permette pertanto l’organizzazione secondo le presenti linee guida temporanee e in presenza di appropriata autorizzazione degli enti locali (Comuni e Prefetture in primis) – delle competizioni di corsa in montagna e trail inserite nel calendario nazionale che possano svolgersi:

- Senza pubblico

- Nel rispetto della distanza interpersonale prescritta dalla normativa (pre e post competizione)

- Con l’uso di mascherine (pre e post competizione) e l’applicazione di misure di mitigazione del rischio (igienizzazione, etc…)

- Con procedure di competizione che minimizzino i momenti di vicinanza tra atleti durante la competizione (partenze a cronometro – allo stato attuale non sono ammesse partenze in linea).

Il Regolamento di Gara – si legge ancora nella nota- dovrà contenere le indicazioni relative alle modalità di svolgimento della manifestazione a cronometro, dettagliando la suddivisione numerica e temporale relativa alla partenza degli atleti. Il Comitato Organizzatore invia a FIDAL anche copia delle autorizzazioni da parte degli enti locali competenti. L'atleta dovrà compilare un'autodichiarazione attestante l'assenza di misure di quarantena nei propri confronti e l'assenza di contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 a tutela della salute pubblica. Tale documentazione dovrà essere conservata nei termini previsti dalle vigenti leggi”

trailrunworld.com

Le reazioni di atleti e organizzatori

Come già scritto sopra, queste nuove norme rappresentano l’ufficializzazione di quanto molti organizzatori di gare di trail attendevano soltanto la conferma. Per questo, tantissimi hanno già deciso di non organizzare il proprio evento per il 2020, nella speranza che per la prossima stagione le corde si allentino e si possa tornare a correre e gareggiare senza le attuali restrizioni, ritenute da molti la vera “morte” delle manifestazioni di Trail Running in Italia (nel nostro archivio in continuo aggiornamento, tutte le gare trail 2020)

I commenti positivi di alcuni organizzatori

Ho letto la nota della FIDAL e, sinceramente pensavo peggio –dice Enrico Vedilei, ultra trail runner ed anche organizzatore di gare- effettivamente questa è la situazione e non vedo alternative. Accetto quindi le disposizioni, così come molti altri organizzatori che ho sentito a proposito e che sono d’accordo

Si tratta di norme e di situazioni di cui sapevamo già, molti nostri contatti stanno già operando in questa maniera e quindi le norme in sostanza ribadiscono ciò che ci aspettavamo –conferma Aurelio Michelangeli, responsabile Trail della UISP. Leggo delle richieste di autorizzazione alle gare che vanno fatte anche a prefetto, comune ed istituzioni locali e sono d’accordo, con queste norme è la regola.  Ritengo giuste e sacrosante anche le note riguardo le misure da adottare ad esempio per la distribuzione delle cosiddette borse prima delle gare, e tutti quei momenti in cui si potrebbero creare pericolosi assembramenti. Insomma secondo me è un primo passo verso il ritorno ad una sorta di normalità e ho trovato che il comportamento di molti organizzatori è da sottolineare positivamente, per la maturità e la responsabilità che è stato ampiamente dimostrato

Non si è mostrato sorpreso neanche Renato Menci, organizzatore della Ronda Ghibellina Trail.Finalmente è chiaro ciò che già si era capito e cioè che bisogna rispettare le normative sul distanziamento sociale e sulla richiesta a comuni, prefetti, ecc. Certo ci sono cose che ti lasciano l’amaro in bocca, come l’assenza di pubblico, o tutte le acrobazie che bisogna fare per rispettare le norme riguardo spogliatoi, percorsi, partenza, arrivo. Diciamo però che intanto si è sbloccata la situazione e se ci pensi, da organizzatore ogni volta corri dei rischi e questi ci sono sempre, con o senza misure Covid.  Alla fine sono fiducioso, leggo che all’estero stanno gareggiando con meno restrizioni e quindi si spera che succeda presto anche in Italia”.

Le nuove norme non trovano tutti d’accordo

Non mancano infine le posizioni che evidenziano delusione e anche un po’ di rabbia, per alcune decisioni in particolare che lasciano perplessi più di qualche organizzatore.

Secondo me con questo documento non è vero che l’Italia torna a correre, anzi – dice non senza una punta polemica Carmelo Santoro, organizzatore dell’Etna Trail.  Chi ha preso queste decisioni evidentemente non ha mai organizzato trail per davvero. Le restrizioni come quelle per il ritiro dei pettorali e soprattutto l’esclusione del pubblico, senza parlare di come organizzare i ristori….è tutto pazzesco! LA FIDAL dice che possiamo organizzare le gare ,ma solo dopo aver ottenuto i permessi da ente parchi, prefetto, comune, regione…alla fine sugli organizzatori ricade una fetta enorme di responsabilità ulteriori rispetto a prima, per questo molti rinunciano direttamente ed aspettano il 2021”.

Santoro si dice molto deluso e anche confuso: “In finale posso dire solo una cosa. Gli organizzatori seri, secondo me, non devono avere fretta per i loro eventi. Prendi ad esempio l’ultra trail del Lago D’Orta: finchè non sono sicuri di ciò che accadrà, non aprono le iscrizioni (qui il loro comunicato, n.d.r.) . Altri invece hanno preferito tenere le iscrizioni aperte fino all’ultimo, con le polemiche di cui leggiamo proprio in questi giorni”.

 

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