La diffusione del trail running e delle gare di corsa in montagna ha visto un aumento esponenziale del numero degli atleti che si cimentano in questa disciplina. Sport dove molti, soprattutto durante le gare trail, vanno incontro a infortuni, spesso a causa dell’inesperienza o per altre ragioni. Tanti sono convinti della forte influenza del modo di camminare e correre sull’incidenza degli infortuni, e spesso si è alla spasmodica ricerca della calzatura “perfetta”, che possa anche “correggere” quelle che vengono considerate come cattive abitudini e modi errati di camminare/correre.
Ci sono molti falsi miti legati alla relazione esistente tra appoggio plantare e infortunio. Vediamo spesso scegliere scarpe anti-pronazione per runner pronatori oppure scegliere la super scarpa sponsorizzata con l’obiettivo di ridurre al minimo gli infortuni o migliorare l’economia di corsa. Prima di capire cosa ci dice la scienza in merito mi piacerebbe condividere con voi alcuni video.
Questo è il video di Brigid Kosgei e del suo record nella Maratona di Chicago nel 2019:
Questo, invece, è il video di Priscah Jeptoo (medaglia d’oro alle Olimpiadi):
Che cosa hanno in comune questi atleti? Un terribile appoggio plantare, qualcuno di voi avrebbe il coraggio di consigliare una scarpa “correttiva” a uno di questi atleti?
Molti runner sono convinti che indossare la scarpa sbagliata per il loro piede sia causa di infortunio (qui l’interessante articolo del dott. Ilio Iannone sull’argomento infortuni n.d.r). Molte di queste forti credenze sono probabilmente conseguenza delle argomentazioni dell’industria delle scarpe. Infatti, negli anni le caratteristiche delle scarpe sono molto cambiate con l’obiettivo di modificare la biomeccanica e indirettamente ridurre il rischio di infortunio.
Un errore comune è quello di pensare che gli infortuni associati alla corsa siano causati da una forza di reazione al suolo eccessiva e da un’eccessiva mobilità del piede (pronazione). Di conseguenza, l’industria delle scarpe da corsa ha iniziato a progettare sistemi per ridurre le forze di impatto e limitare una pronazione eccessiva durante la fase di appoggio (scarpe ammortizzate, scarpe per stabilizzare il piede e scarpe per controllare il movimento).
Un’altra credenza popolare è che la postura sia del piede che della gamba in generale sia associata al rischio di infortunio. Il razionale è che un piede pronato e un’eccessiva eversione del piede durante la fase di appoggio possano compromettere l’allineamento dell’arto inferiore e aumentare in rischio di subire determinati infortuni.
Purtroppo, nessuno studio ha mostrato una riduzione del rischio di infortunio scegliendo una scarpa in base alla morfologia del piede.
Molte affermazioni in favore di determinati modelli sono basati esclusivamente su opinioni. È anche possibile che il ruolo delle scarpe nella prevenzione degli infortuni sia stato sovrastimato. L’evidenza scientifica ci suggerisce come siano importanti altri aspetti nella scelta della scarpa: come la sensazione soggettiva di comodità oppure una transizione progressiva verso una scarpa nuova. Potrebbe essere una buona idea alternare differenti paia di scarpe per limitare il sovraccarico meccanico (per ogni scarpa cambia lo stimolo sui muscoli coinvolti). I fisioterapisti ed i preparatori aggiornati dovrebbero informare i runner che non esiste alcuna evidenza a supporto della scelta delle scarpe, indipendentemente dal paradigma, per prevenire gli infortuni. Di contro, la corretta gestione dei carichi di allenamento dovrebbe essere l’aspetto principale dell’educazione dei runner.
References: Malisoux L, Theisen D. Can the “Appropriate” Footwear Prevent Injury in Leisure-Time Running? Evidence Versus Beliefs. J Athl Train. 2020 Oct 16.
Dr. Ilio Iannone
Fisioterapista – Osteopata
Strength & Conditioning Specialist CSCS NSCA
web: www.crossphysio.it