“Il Trail running è come una droga, quando ci si appassiona non ce n'è mai abbastanza”: la frase riecheggia spesso tra appassionati di Trail running, disciplina che negli ultimi anni ha visto un vero e proprio boom di iscritti e praticanti, che spesso hanno lasciato il podismo classico da asfalto per calcare sentieri rocciosi e di sottobosco scoprendo un mondo nuovo ed entusiasmante, fatto di gare ed eventi.
Sport è anche (forse soprattutto) competizione, ed ecco allora che può scattare la voglia sempre maggiore di superare i propri limiti, mettere alla prova le nostre forze e conquistare nuovi obiettivi. In alcuni casi però, l’entusiasmo e la gran voglia di fare possono portare ad un eccesso di sforzi e di allenamento, quello che nell’inglesismo oramai diffuso si chiama “overtraining”.
“L'overtraining, è uno squilibrio tra allenamento, adattamento e recupero, l'aspetto nutrizionale è decisamente pertinente. Squilibri nutrizionali incidono pesantemente sulla performance e sul recupero” dice Elena di Vittorio, biologo nutrizionista ed appassionata runner di endurance, ultramaratone ed ultratrail, interpellata da Trailrunworld. “Sicuramente un intervento nutrizionale mirato precoce può aiutare a minimizzare gli effetti di uno stato di overtraining ed accelerare il recupero da tale condizione”.
Risposta - Noi nutrizionisti utilizziamo la Bioimpedenziometria per valutare lo stato di forma di un atleta: la metodica consente di valutare lo stato nutrizionale e la condizione di forma muscolare, oltre che lo stato di idratazione. È una tecnica molto sensibile anche nel monitorare gli effetti dell'allenamento e l'effettivo recupero successivo, riuscendo ad individuare precocemente segnali iniziali di overtraining.
R - La BIA (bioimpedenziometria) segmentale (effettuata su un preciso distretto muscolare) è in grado di misurare anche il grado di recupero da infortuni muscolari, quali stiramenti o strappi muscolari, per determinare il momento in cui è possibile la ripresa degli allenamenti.
R- In precedenza la diagnosi di overtraining era prevalentemente "clinica" ovvero si osservavano sintomi quali stanchezza, alterazioni dell'umore, costante calo di performance non spiegabile da altre cause. Un altro strumento per "tarare" l'allenamento in modo da evitare overtraining, è il monitoraggio della HRV (heart rate variability), per cui è sufficiente una fascia cardio o uno smartwatch con cardiofrequenzimetro ed una app. Una riduzione della HRV è sintomo che il corpo non è responsivo agli stimoli allenanti, per cui si interviene rimodulando gli allenamenti successivi.