Pochissime gare trail ed è subito sugli scudi: è l’estate segnata dalle vittorie in gara per Veronica Del Grosso, giovane atleta abruzzese, innamorata di trail running durante la permanenza all’estero per studi. E che studi! “Sono stata a Grenoble per un po’ di tempo, con un dottorato di ricerca in ingegneria biomedica. Stavo dov’è l'acceleratore di particelle di elettroni, ed ero nel ramo biomedico, lavoravo con i raggi X per analizzare campioni biologici”.
Risposta - Quella di Grenoble è stata una bellissima esperienza e con le montagne veramente a due passi vedevo sempre i miei colleghi che andavano a sciare, a correre in montagna, e si divertivano un sacco. Quando sono arrivata io, facevo solo corsa su strada, ed i colleghi mi incitavano ad andare con loro a fare trail running. All’inizio pensavo che non avrei mai fatto una cosa del genere, invece ho iniziato a fare le uscite per la corsa in montagna e da allora me ne sono innamorata. D’altronde come si fa quando hai dei posti così belli a due passi da casa?
R - Certo! Diciamo innanzitutto che questa gara trail e soprattutto queste montagne le conosco bene perché essendo di Tagliacozzo, spesso mi alleno proprio lì. Devo dire che sono arrivata a questa gara con qualche problemino fisico, ma alla fine sono riuscita a portare avanti la situazione, a gestire bene le sensazioni e soprattutto a tenere a bada la “testa” Sono partita bene, poi ho avuto un po' un male alle gambe nelle discese perché come dicevo prima ho qualche problemino ai quadricipiti che mi stanno facendo soffrire ultimamente e quindi ho dovuto un po' rallentare. Negli ultimi km mi sono fatta forza psicologicamente e sono riuscita a farcela, ma è stata dura soprattutto perché c'è questo punto del percorso dove devi affrontare un vero vertical, più o meno al decimo chilometro. Anche se quel punto lo conosco bene, in una gara così di 35 km è sempre molto dura!
R - E’ stato all’incirca alla fine della salita Rizzuto Ovindoli. Passando al ristoro mi hanno detto: vai vai, tranquilla è l’atleta dopo di te è ancora molto lontana! E’ stato lì che ho cercato di rilassarmi anche un po' di più, e infatti lì anche i miei dolori si sono attenuati perché magari anche la tensione fa la sua parte, e ti fa aumentare la percezione del dolore quando quando stai facendo queste gare.
R - Sì, e devo dirti che è stata una cosa proprio inaspettata, perché non mi ero mai cimentata in queste grandi distanze... io in allenamento avevo fatto all’epoca massimo una trentina di km e gare fino a una 42 ma su strada. Anche se apparentemente l'ho fatta bene, posso dirti tranquillamente che questa gara del Terminillo mi spaventava un po, anche per il dislivello di oltre 3 mila metri. Anche lì ho dato forse il meglio nella fase finale, con alcune parti del percorso particolarmente tecniche. Devo dire di essere abbastanza soddisfatta perchè ultimamente sto riuscendo molto bene a gestirmi, riesco sempre a trovare un po' di forze nel finale.
R - In questo tempo ho imparato ad ascoltare e a capire i segnali che mi manda il corpo. E quando senti che le forze ti stanno abbandonando, soprattutto perché ti spuntano sempre dolori all'improvviso...ecco in quei momenti cerco di distrarmi, magari guardandomi un po' un intorno, pensando ad altre cose, trovando dei diversivi così non la testa non rimane concentrata sulla difficoltà del tracciato della gara o ai Km che mancano. Cerco sempre di andare avanti, chilometro dopo chilometro, anche con i dolori. Alla fine secondo me dopo il 25esimo o 26esimo km la testa deve entrare in gioco per forza e sostituirsi quasi al fisico, perché le distanze si fanno sentire per chi non è abituato.
R - Sì, è così e ne sono convinta. Quando ero in Francia per il dottorato di ricerca, nelle uscite con i colleghi gli amici francesi mi hanno sempre consigliato di seguire soprattutto le sensazioni positive che uno ha, cioè di cercare di seguire i segnali che ti dà il corpo e verso la fine di cercare di proprio con la testa di ritrovare il piacere nelle piccole cose. Si tratta insomma di guardarsi attorno, notare il panorama... si tratta cioè di cercare di farlo far apparire quel momento come un piacere qualsiasi, trovare lo spunto nella situazione per renderlo piacevole per la mente.
R - No adesso sto facendo tutto da sola. Voglio imparare un po' di più riguardo le sensazioni, perché secondo me è il modo migliore per conoscere il proprio corpo. Non ho allenatore, ma da poco tempo, cioè da quando sto intensificando gli allenamenti sono seguita da un nutrizionista. Una decisione presa proprio due o tre settimane fa, in cui ho sentito che il fisico stava risentendo un po’ degli sforzi….
R - Subito no, ho deciso di riposarmi un attimo, questo almeno per il mese di settembre, per cercare di recuperare bene. Poi credo sicuramente di riprendere qualche trail tra fine ottobre e novembre qui nei dintorni in Abruzzo. L’obiettivo è quello di arrivare preparata per partecipare alla gara il cui pettorale ho vinto alla K42 di luglio. Si tratta della tappa alle Canarie. Quella me la voglio preparare proprio bene, sono sempre di 42 km, con un dislivello intorno a 3000 metri. davvero vorrei arrivarci bene e in forma!