La passione per l’Ultra Trail a 56 anni: l’impresa di Stefano Maran

Ha definito la sua vittoria (anche) con un misto di allenamento, sentiei più percorribili rispetto al fango delle passate edizioni, e un po’ di fortuna. Stefano Maran, 56 anni ed una passione smodata per il trail running, è sicuramente modesto, ed è un piacere parlare con lui al telefono della performance sua al Trail del Cinghiale, e del suo team visto il piazzamento della collega Alessandra Boifava.

“La gara del Trail del Cinghiale l'ho vissuta bene, anche perché tutto sommato sono partito senza ambizioni in quanto avevo bisogno di 5 punti per poter accedere al sorteggio per l’Utmb. Siccome io sono un po' “vecchiotto” gli anni passano veloci e non c'è tanto tempo... avevo un po' di punti accumulati nel 2019 e quindi avevo bisogno di fare questi 5 punti. Essendo l’Utmb “la gara delle gare” per un trail runner, spero proprio di farla.

Domanda - Raccontaci allora com’è andata la gara del Trail del Cinghiale…

Risposta -  La gara fortunatamente è andata bene, ho corso bene e sono stato bene! Non c'erano i “Top Runner”, quelli veri intendo, bisogna dire anche questo, ci vuole anche fortuna a volte e così sono riuscito a giocarmela con Vittorio Marchi, un ragazzo che penso abbia buone e ottime possibilità, e grandi margini di miglioramento. Appena partiti dopo 3-4 km ho visto che ero già in avanti, insieme ad altre 4-5 persone. I sentieri erano ancora belli, si poteva correre, e sentivo che qualcuno cominciava già ad accusare la fatica. Diciamo che è lì che ho visto che la si poteva giocare... poi i sentieri erano buoni e non come nel 2018 dove c’erano dei veri e propri torrenti e in qualche punto più in alto anche la neve. Va detto comunque che su in quota era davvero uno spettacolo, perché c'era una luna piena che illuminava a giorno quelle rampe con i sassi. La luna aveva un che di particolare, con un alone...ho pensato che era davvero bella e, forse, anche un segno di buon auspicio! Intanto, si viaggiava regolarmente, con le discese nel bosco abbastanza impegnative, ma con un passo che mi andava bene. I miei complimenti agli organizzatori, i ristori sembravano tavole imbandite, la balisatura del sentiero perfetta. Insomma ad un certo punto ci siamo trovati in due, io e Marchi, viaggiando a ritmo abbastanza regolare. 

trailrunworld.com

D - Quindi tutto liscio, o no? 

R - Eh no, ad un certo punto sono andato in crisi di fame, una cosa che non mi è mai successo in tutta la mia vita! Mai mi era accaduta una cosa simile, ovvero che lo stomaco mi chiedesse da mangiare, di solito è il contrario, si chiude e tu sai che devi buttare giù qualche gel per forza. E così al penultimo ristoro ho mangiato. Ho mandato giù tre pezzi di crostata, tre-quattro pezzi di formaggio.... e così mi sono ripreso. Marchi nel frattempo era andato via, ma dopo un po’ l’ho raggiunto poco più avanti. E qui cosa accade? Stavolta la crisi è venuta a lui! A quel punto ormai mi ero ripreso e, grazie anche al cibo che aveva fatto effetto, sono arrivato al podio.

D - Incredibile! Ma raccontaci un po’ di te...cosa fai nella vita? Quanti anni hai?

R - Ho 56 anni, quindi sono un vecchietto (ride, n.d.r.). Faccio macchine automatiche, robotica, automazione industriale per dire la parola corretta. Sono di Vicenza…

D - Generalmente che tipo di allenamento segui? Fai tanti km o pensi più alla preparazione fisica?

R - Guarda, tempo fa per preparare una gara del genere facevo tantissimi chilometri. Con l'età sono poi passato ad una preparazione diversa. La corsa un giorno, e poi bici, anche cyclette a volte, un giorno di carico e un giorno di scarico. Non so se sia stato questo che mi aiutato a tener botta fino in fondo, ma da quando ho ridotto i chilometri alla fine ho portato a casa discretamente una 100 chilometri…

D - Sei stato seguito da esperti, hai un metodo particolare?

R - Sono stato seguito ed ora ho una linea-base sia a livello alimenti, sia di metodo di allenamento. Cerco di stare un po' attento insomma, di farmi dare consigli da chi ne sa di più. Questo è quello che consiglio sempre ai ragazzi skyrunner della mia squadra, perché si sa che sul Trail si tende sempre a dire “no no, io faccio tutto da solo…”, diciamo che siamo un po' più spartani rispetto a chi fa corsa su strada.

D - Prossimi obiettivi?

R - Il prossimo obiettivo è La Ultrabericus, e poi ci sarà la LUT, alla quale dovrei entrare di diritto senza passare per il sorteggio visto che ho un ranking abbastanza buono. E poi attendo sempre il sorteggio per la Utmb, ci ho messo tanto per arrivare al punteggio valido per il sorteggio e ci terrei molto!



Condividi articolo